La Regione getta la spugna sul cibo biologico delle mense di scuole e ospedali. A lanciare l’allarme è Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, che ha presentato una interrogazione alla Giunta dopo che nei giorni scorsi è stata resa pubblica la fine del progetto regionale “Mense bio in Emilia-Romagna”.
“Un progetto scaduto ad inizio del 2016, che è stato portato avanti fino all’estate, ma che adesso è stato fatto cadere nel vuoto nonostante l’imminente inizio dell’anno scolastico – spiega Silvia Piccinini – Tra i vari servizi che Mense bio offriva, infatti, c’era quello del rilascio dei certificati di momentanea non reperibilità dei prodotti biologici necessari per eventuali variazioni di menu delle refezione scolastica. Una funzione non marginale se si pensa che la Regione nel 2013 sancì la presenza di una percentuale di biologico del 100% su tutti i generi reperibili per la predisposizione di capitolati per l’appalto del servizio di ristorazione delle scuole, ospedali e case di riposto. E con la fine di questo progetto e nessuna certezza su un suo possibile rinnovo, la Regione rischia di cancellare quanto fatto fino ad oggi”. Per questo nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S chiede alla Giunta quali saranno gli effetti della chiusura del progetto e come si intenda provvedere al rilascio dei certificati di momentanea non reperibilità dei prodotti bio necessari per le variazioni dei menu.
“La chiusura dello sportello causa preoccupazione soprattutto a Bologna dove l’argomento mense è particolarmente sentito ed è stato oggetto di una recente riorganizzazione che ha affidato per la prima volta la gestione ad un soggetto completamente privato – aggiunge Marco Piazza, consigliere comunale del M5S a Bologna – Il nuovo capitolato bolognese sulla base del quale è stato esternalizzato il servizio prevede alte percentuali di biologico in netta crescita rispetto al servizio precedente. La chiusura dello sportello ha pertanto preoccupato i genitori bolognesi che avevano fortemente voluto e richiesto una refezione basata su materie prime biologiche”. Il consigliere Marco Piazza a sua volta ha depositato un’interrogazione in Comune per capire bene quale impatto avrà sul servizio bolognese la chiusura dello sportello e la mancata erogazione dei certificati di non reperibilità e come si muoverà il comune di Bologna se la Regione decidesse di non rinnovare il progetto.