Commercio, il M5S: “La Regione individui nuove regole per i negozi a tempo e i ristoranti fai da te”

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Norme più stringenti per la nascita dei “temporary store” ed “home restaurant“, più attenzione verso il commercio equosolidale e sviluppo di pratiche virtuose come quelle finalizzate alla riduzione dello spreco alimentare, una diversa regolamentazione dei saldi. Sono queste alcune delle proposte avanzate da Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani, consiglieri regionali del M5S, e contenute in una risoluzione e che nelle prossime settimane sarà discussa all’interno dell’Assemblea Legislativa.

“Crediamo che la Regione abbia il dovere di adeguare la sua legislazione sul commercio visto che la marea di norme che attualmente regolano questo settore rischiano di andare verso una eccesiva liberalizzazione che potrebbe avere delle ripercussioni molto negative ­– spiegano Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani – A nostro avviso quindi è evidente la necessità di intervenire su nuovi aspetti commerciali che stanno nascendo negli ultimi anni e per i quali serve una regolamentazione più incisiva anche per dare delle garanzie sia ai clienti che agli stessi imprenditori che volessero aprire un’attività del genere”. Due degli esempi contenuti nella risoluzione presentata dai consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle riguardano soprattutto i ‘temporary store’, i negozi a tempo la cui durata può variare da pochi giorni a poco più di un mese, e gli ‘home restaurant’, ovvero la possibilità da parte di privati cittadini di trasformare la propria casa in un ristorante occasionale, aperto e pagamento per clienti occasionali.

“Si tratta di due esempi che stanno avendo molto successo negli ultimi tempi e che a nostro avviso andrebbero giustamente regolamentati per cercare di tutelare sia i consumatori ma soprattutto quei commercianti che fino ad oggi portano avanti la loro attività attraverso regole ben definite – aggiungono Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani – Parallelamente a questo tipo di intervento la Regione dovrebbe e potrebbe promuovere lo sviluppo di forme alternative di commercio come quello equo e solidale, pensare a una revisione della regolamentazione dei saldi, oltre a cercare di diffondere altre pratiche virtuose ed etiche”. Il riferimento è al cosiddetto doggy bag, ovvero la possibilità per i clienti di qualsiasi ristorante di poter portare a casa il cibo eventualmente ordinato, pagato ma non consumato. Una pratica che ha come obiettivo principale quello di attuare una riduzione dello spreco alimentare e che molti ristoranti oggi adottano ma non in maniera uniforme.

“Crediamo che la Giunta debba al più presto porre in essere uno schema di legge diretto ad unificare la disciplina sul commercio – concludono Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani – Quello che vogliamo evitare è il ricorso a una liberalizzazione sempre più diffusa produca effetti negativi proprio per i nostri commercianti. Le nostre proposte sono volte a tutelare i piccoli commercianti, sempre più soffocati dai grandi centri commerciali”.