Il Giro d’Italia passa a Forlì e spuntano le riasfaltature da record

Lo striscione esposto ieri durante il passaggio del Giro
Lo striscione esposto ieri durante il passaggio del Giro

“C’è voluto il passaggio del Giro d’Italia per vedere finalmente riasfaltata la Via Emilia. A questo punto c’è da sperare che l’organizzazione della corsa rosa scelga ogni anno le strade più bisognose di manutenzione visto che sembra l’unico modo per coprire le buche in tempi record”. È questo il commento di Andrea Bertani, consigliere regionale del M5S dopo che per il passaggio del Giro d’Italia (avvenuto ieri con la decima tappa da Civitanova Marche a Forlì) il manto stradale che va da Sant’Arcangelo di Romagna a Forlì e ampi tratti della Via Emilia sono stati riasfaltati ed è stata riallestita la segnaletica orizzontale: il tutto in tempi brevissimi.

“Ci sono stati anche dei semplici interventi di abbellimento o comunque con valenza prettamente estetica più che funzionale – aggiunge Bertani – Per esempio è stato riposizionato un tappeto erboso sulla rotatoria ‘Martini’ di Longiano e sono state riassettate varie altre rotatorie. Sicuramente è condivisibile utilizzare la valenza del Giro d’Italia a scopi turistici o comunque promozionali, ma altrettanto importante è però utilizzare criteri oggettivi e trasparenti nella destinazione delle sempre più scarse e risicate somme da destinare alla manutenzione delle strade locali e delle infrastrutture al loro servizio”.

Per questo Bertani ha presentato una interrogazione per chiedere alla Giunta regionale di conoscere quali sono stati i criteri utilizzati nella programmazione di questi lavori, chi se n’è fatto carico e con quale motivazione. “Se utilizziamo in questo in questo modo le scarse risorse che abbiamo a disposizione facciamo nascere nei cittadini l’opinione che per ottenere interventi di rifacimento stradale la via più certa sia programmare per i prossimi anni le tappe del Giro d’Italia sulle strade più bisognose di manutenzione – conclude il consigliere del M5S – Un atteggiamento non dissimile dal programmare le normali opere di sviluppo di un Paese solo attraverso grandi opere od eventi eccezionali. Non si può derogare da criteri oggettivi e trasparenti nell’uso del denaro pubblico, nemmeno per una tappa del Giro”.