Nuove antenne a Zadina e Riccione. Bertani-Sensoli (M5S): “Necessaria una migliore pianificazione e monitoraggio sui possibili rischi”

Verificare attentamente se l’installazione di nuove antenne per la telefonia mobile a Zadina di Cesenatico e Riccione possano rappresentare un rischio per la salute dei cittadini che risiedono in quelle zone. È quanto chiedono Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, che hanno presentato un’interrogazione alla giunta regionale.

“Sia tra i cittadini di Zadina che tra quelli di Riccione c’è molta preoccupazione per la comparsa di queste nuove antenne – spiegano i due consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle – Preoccupazione del tutto legittime sia per quel che riguarda la loro salute che per le possibili ripercussioni negative sull’attività turistica della zona. A Zadina all’antenna installata nel 2016 molto vicine di case e attività commerciali se ne starebbe per aggiungerne un’altra, mentre a Riccione è prevista addirittura la comparsa di altre 10 antenne. Le preoccupazioni dei cittadini, più volte ribadite alle amministrazioni comunali, non possono essere liquidate frettolosamente come fatto da ARPAE che si è limitata a sottolineare come le evidenze attuali non provano che l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici abbia alcuna conseguenza sulla salute. Tesi che nuovi studi scientifici mettono fortemente in dubbio”.

Nella loro interrogazione, infatti, Andrea Bertani e Raffaella Sensoli citano uno studio eseguito dall’Istituto “Ramazzini” di Bologna attraverso il Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” e che indica come necessario rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle come probabili cancerogeni. “Chiediamo che sia effettuato un costante monitoraggio dei valori rilevati nei dintorni di queste nuove antenne – concludono Bertani e Sensoli – e che si adottino tutte le precauzioni del caso per minimizzare eventuali impatti sulla salute dei cittadini e l’economia del territorio. La Regione e i Comuni possono contribuire ad una mitigazione significativa degli effetti attraverso una valida interlocuzione con i gestori ma soprattutto svolgendo un’attività di pianificazione e razionalizzazione di questo tipo di impianti”.