Ravenna, lavori ‘lumaca’ sulla San Vitale. Bertani (M5S): “Danni alle attività del territorio”

I lavori che stanno procedendo al rallentatore lungo la San Vitale, oltre a mandare in tilt il traffico, stanno producendo dei anni alle attività economiche tra Bagnacavallo e Russi. È quanto segnala Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, all’interno di una interrogazione sui lavori “lumaca” che stanno interessando l’ex strada statale 253 San Vitale e che riguarda soprattutto degli interventi strutturali sui ponti dei fiumi Senio e Lamone.

“Si tratta di interventi che la Provincia di Ravenna sta realizzando per mettere in sicurezza, con lavori di consolidamento statico e sismico dei ponti a fronte di quello che è stato dichiarato come un grave rischio di parziale collasso – spiega Andrea Bertani – Lavori che però procedono molto lentamente, per usare un eufemismo”. La durata dei lavori sulla San Vitale, infatti, era stata definita in 330 giorni complessivi, 165 per ciascuno dei due ponti, ma da comunicazioni della stessa Provincia di Ravenna, gli interventi sull’Albergone richiederanno ancora circa 3-4 mesi e solo in seguito si svolgeranno quelli sul Senio, fra Bagnacavallo e Lugo.

“Questi ritardi, che stanno producendo dei seri problemi sia nei confronti della viabilità ordinaria che per le attività economiche della zona, hanno un’unica causa e cioè l’impossibilità da parte della Provincia di far fronte agli impegni economici – aggiunge Andrea Bertani – Da quando, infatti, l’ex governo Renzi e il ministro Delrio hanno tolto loro le risorse ma non di certo le responsabilità, la situazione si è aggravata sempre di più con i risultati che tutti possiamo oggi ammirare lungo la San Vitale”. Per questo nella sua interrogazione il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle chiede alla Regione di intervenire, magari a supporto delle amministrazioni locali interessate che sono in evidente difficoltà. “Quello che vorremmo capire è se siano state previste delle penali per i ritardi che si stanno verificando e chi ne dovrà rispondere – conclude Andrea Bertani – Quello che è certo è che al momento a pagare sono solo i cittadini di quelle zone in termini di disagi e ripercussioni negative sulle loro attività commerciali. È quindi necessario intervenire per fare fronte ai danni subiti dalle imprese del territorio duramente interessate dalla riduzione del traffico”.