Sanità, Sensoli (M5S): “Potenziare i centri regionali per le malattie sessualmente trasmissibili”

“La Regione potenzi i centri per le malattie sessualmente trasmissibili presenti sul nostro territorio, centri dove è possibile recarsi gratuitamente e senza impegnativa del medico di base. L’aumento della diffusione di malattie che pensavamo fossero ormai scomparse, come la sifilide, deve far riflettere e spingere le istituzioni a mettere in campo tutti gli strumenti per aumentare l’informazione, soprattutto tra i giovani”.

È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta e che prende spunto dalla pubblicazione dei nuovi dati che hanno visto un consistente aumento delle malattie sessualmente trasmissibili in Italia.

“Il rischio di contrarre questo tipo di malattie è sottovalutato soprattutto dai giovani e dai giovanissimi, che ancora confondono la contraccezione con la prevenzione – spiega Raffaella Sensoli – Un’informazione che spesso si affida al passaparola, al sentito dire, all’interazione con coetanei e che per questo non può essere esaustiva e completa. Ecco perché serve uno sforzo delle istituzioni per cercare di creare una rete informativa, che coinvolga famiglia e scuola, per fornire un quadro il più possibile completo e che si focalizzi anche sulla prevenzione, sulla diagnosi e sulla cura”.

Nella sua interrogazione la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle ricorda come in Emilia-Romagna siano presenti dal 1991 i Centri Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST) dove è presente una équipe costituita da medici e infermieri specializzati in questo campo, e dove le persone possono rivolgersi gratuitamente e senza impegnativa del medico curante.

“Purtroppo queste strutture al momento meriterebbero un altro tipo di valorizzazione – aggiunge Raffaella Sensoli – anche perché, come i dati dimostrano, molti giovani incontrano diverse difficoltà a rivolgersi a un ospedale per la diagnosi e la cura di una malattia di questo tipo, sia per questioni di poco rispetto della privacy, o per vergogna e pudore. Ecco perché riuscire a valorizzare il lavoro di queste strutture, anche attraverso un potenziamento dell’assistenza psicologia, potrebbe rappresentare un strumento efficace per cercare di limitare la diffusione delle malattie sessuali” conclude Raffaella Sensoli.