Vacanzopoli, per Grassi nuovo lavoro e stesso stipendio. Sensoli (M5S): “La presidente Zanetti deve dimettersi”

“Il ricollocamento dell’ex capo ufficio stampa di APT, Fabio Grassi, alla Fondazione Centro Ricerche Marine dell’Emilia-Romagna è inaccettabile. Soprattutto nelle modalità con cui è avvenuto, mantenendo lo stesso inquadramento e il relativo stipendio a cinque zeri. Responsabile di questo ennesimo scandalo che riguarda APT è la presidente Zanetti che a settembre del 2016 firmò un vergognoso accordo di conciliazione con lo stesso Grassi che, come avevamo previsto, gli ha sostanzialmente regalato l’immunità”.

È questo il commento di Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alla notizia dello spostamento dell’ex capo ufficio stampa di APT, indagato per truffa e peculato dalla Procura di Bologna in seguito allo scandalo dei rimborsi fantasma su cene e pranzi con giornalisti svelato proprio dal MoVimento 5 Stelle la scorsa estate, alla Fondazione Centro Ricerche Marine dell’Emilia-Romagna con sede a Cervia e Cesenatico.

“Il pugno di ferro che Bonaccini e company hanno utilizzato sul caso dei furbetti del cartellino all’IBC si è trasformato in una amorevole carezza sull’altrettanto scandalosa vicenda che ha riguardato APT – spiega Raffaella Sensoli – Lo avevamo detto lo scorso anno e lo ribadiamo oggi visto che finalmente siamo riusciti a sapere dove fosse stato ricollocato Fabio Grassi. Quello che più colpisce, oltre al fatto che a questa persona è stato trovato l’ennesimo posto al sole, è che abbia mantenuto lo stesso stipendio di quando aveva responsabilità sicuramente più importanti di quelle che in teoria dovrebbe svolgere. E di tutto questo dobbiamo ringraziare la presidente Liviana Zanetti che nel bel mezzo del polverone su APT e ad indagini della magistratura ancora in corso, decise di mettere una pietra sopra alla vicenda di Grassi firmando un discutibile accordo di conciliazione che prevedeva sì una sospensione dal lavoro e dallo stipendio di 6 mesi, ma che di fatto gli garantiva l’immunità per qualsiasi altro aspetto che sarebbe emerso in seguito. Una scelta scellerata i cui effetti adesso sono sotto gli occhi di tutti. Per questo – conclude Raffaella Sensoli – ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni della Zanetti per manifesta incapacità gestionale”.

Lo scandalo APT raccontato da Raffaella Sensoli